Suor Chiara Di Mauro. Una santa della porta accanto

Suor Chiara, al secolo Adelaide Di Mauro, visse nella Siracusa degli inizi del Novecento. La sua vita fu sempre protesa verso un orizzonte che le veniva indicato dal divino. Nonostante desiderasse donarsi completamente a Gesù, fu costretta dai genitori al matrimonio. Nella sua giovinezza, ella visse le atrocità del primo conflitto mondiale e l’epidemia di spagnola che la rese vedova. Affidato il figlio Alfredo alla sorella Virginia, trovò rifugio all’interno della grotta nota come Grottasanta. Tuttavia, la vocazione che l’animava fin da bambina la condusse a Messina, dove, in un monastero di clarisse, prese i voti temporanei, diventando così suor Chiara, ma da quel monastero fu cacciata per i prodigi che in lei si compivano e per l’avversità della badessa, che mai nei suoi confronti ebbe un affetto sincero. Tornata a Siracusa, fu osteggiata dal vicario generale dell’arcidiocesi, mons. Musumeci, che mostrò sempre diffidenza nei suoi confronti. Suor Chiara si spense il 13 Settembre 1933 tra le braccia di una Siracusa che lei stessa definì “fortunata”.

A distanza di un decennio dalla morte di Suor Chiara, un secondo conflitto, ancor più disastroso e terribile del primo, sconvolgerà l’Italia e il mondo intero. La data della fine di quell’ecatombe noi la conosciamo bene: il 25 Aprile 1945, e proprio in quel giorno, in un ultimo focolaio di scontri tra partigiani e fascisti, a Torino, il figlio di suor Chiara Alfredo,  fu ferito a morte e noi vogliamo immaginarlo spirare tra le braccia d’un suo amico che, venuto a Siracusa sulla tomba di suor Chiara per renderle l’ultimo omaggio del figlio, dipingerà la splendida tela della vita di questa donna umile e coraggiosa.