Lucia e Chiara. Un cammino di fede e speranza tra le strade di Siracusa
Così come santa Lucia, anche suor Chiara fece della sua vita un dono costante al Signore ed anche a lei fu chiesto di immolarsi per la sua città. Il suo pensiero e le sue preghiere furono spesso rivolte alla città di Siracusa, sollecitata in questo anche dalle esortazioni della Vergine Maria: «mio Figlio si lamenta delle anime di Siracusa»; e ancora: «mio Figlio piange amaramente per i sacerdoti di Siracusa; la vittima sei tu, ricordi?»[1].
Anche negli ultimi giorni della sua vita suor Chiara dedicò un pensiero all’amata Siracusa:
«Madonnina mia. Mammina Celeste. O dolce Regina. Aiutami a soffrire ancora di più. Che tutti si salvano. Che nessuno perisca. Che le mie sofferenze non vadano perdute. Benedico tutta Siracusa. Benedico il Seminario, Benedico a tutti fino ai confini: o fortunata Siracusa!»[2].
Durante l’estasi del 19 maggio 1932 la Serva di Dio formulò questa bella invocazione: «Oh! Anime fortunate di Siracusa! Vi benedico nel Signore!... Che nessuno perisca! … Oh! Anime fortunate vi benedico nel Signore … Ah! Sì, brilla la luce, un faro risplende! Siracusa sia sempre benedetta!»[3].
Guarigioni della vista
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