Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:«Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo» […] Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. (Matteo 2).
Questo il racconto evangelico della visita dei magi a Gesù. Solo il vangelo canonico di Matteo riporta l’episodio e, quindi, occorre fare chiarezza su quanto, invece, ci viene tramandato dalla tradizione cattolica; da dove provengono i nomi dei magi, il loro numero e il loro luogo d'origine?
Tutte le notizie che abbiamo sui magi ci giungono dai vangeli apocrifi (vangelo dell’infanzia arabo-siriaco, vangelo armeno dell’infanzia, vangelo dello pseudo Matteo, protovangelo di Giacomo) e da successive ricostruzioni e/o supposizioni.
Chi erano i magi?
Storicamente erano considerati degli illuminati, sacerdoti e dotti nelle scienze astronomiche, conoscitori delle stelle che consultavano per orientarsi; ma erano anche astrologi e indovini; leggendo nelle stelle la venuta del Divino sulla terra e osservando un allineamento di pianeti che emanava una potente luce (non una stella cometa), si misero in cammino alla ricerca del Messia. Il fatto che fossero dei Re non trova fondamento evangelico ma si fa risalire al richiamo del salmo biblico 72 (Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi). Un accenno a questi mitici re lo troviamo anche in Marco Polo: "...in Persia è la città che è chiamata Saba da la quale partirono tre re che andaron ad adorare Dio quando nacque..."
Seguirono una stella cometa?
Anche di questo non si trova alcuna traccia nei vangeli. Matteo parla di una stella, che certamente doveva emanare una luce potente, ma non parla di una stella cometa. Un fenomeno astronomico di tal entità avvenne nel 7 a. C. (la congiunzione di Giove e Saturno nel segno dei Pesci avvenuta per ben tre volte in sei mesi). I Magi potrebbero averla osservata nella loro patria e poi di nuovo in Betlemme. Non deve stupirci la discrasia tra le date relative alla nascita di Gesù e quelle dell’evento siderale. Infatti il giorno e l’anno a cui si festeggia la nascita di Gesù di fatto non è quella autentica. In Matteo 2,1 è contenuta una chiara indicazione: Gesù nacque al tempo di Erode; il tiranno fu nominato re di Giudea nel 40 a.C. e il suo regnò cessò con la sua morte l’anno 4 a.C. Gesù, quindi, deve essere nato necessariamente prima dell’anno 4. L’errore si fa risalire al monaco Dionigi il Piccolo che, avendo avuto l’incarico di fare i conteggi, non considerò l’anno zero che doveva essere inserito tra le due ere e dimenticò anche i quattro anni in cui l’imperatore Augusto aveva regnato sotto il suo vero nome di Ottaviano
Quanti erano i magi che visitarono Gesù?
Il Vangelo di Matteo racconta che furono "alcuni"; questo non esclude ovviamente che potessero essere proprio tre, numero tra l’altro fortemente simbolico: tre come i figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, da cui si fanno discendere le tre le razze umane; tre come i progenitori del Popolo Eletto: Abramo, Isacco e Giacobbe; tre come i doni che essi portano a Gesù: oro, incenso e mirra, a indicare la natura divina, regale, sacerdotale e umana del Messia.
Anche i nomi attribuiti ai magi non hanno un riscontro canonico
Provengono dal vangelo apocrifo armeno, secondo il quale i personaggi in questione erano tre fratelli: Melkon, il più anziano - re dei Persiani, Gaspar - re dell'Armenia, Balthasar – regnante sugli indiani.
Alcune curiosità
Il singolare di “magi” è “mago” o “magio”?
Quando si parla di magi ci si riferisce agli antichi sacerdoti persiani e ovviamente ai personaggi del Vangelo. È, dunque diverso il significato del termine maghi più usato in epoca moderna. Per quanto riguarda il singolare di magi, la forma corretta è magio (diversamente dalla forma singolare di maghi che è, invece, mago).
Il noto noto vocabolario “Treccani” dà questo definizione: màgio s. m. – Ciascuno dei tre re magi (v. magi): è forma di sing. ricavata popolarmente dal plur. magi per costituire un paradigma distinto da quello di mago (pl. maghi), a causa della divergenza semantica istituitasi tra magi e maghi, sentiti ormai come due unità lessicali distinte. (http://www.treccani.it/vocabolario/magio/)
Come nasce la leggenda della befana?
Secondo un racconto popolare i magi, durante il viaggio verso Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, si fermarono alla casa di una vecchietta e la invitarono ad unirsi a loro. La vecchina
rifiutò l'invito e lasciò che i magi riprendessero la strada da soli ma poi, ripensandoci, decise di seguirli; dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza però riuscirci.
Nel buio della notte allora cominciò a fermarsi ad ogni casa che trovava lungo il cammino lasciando a tutti i bambini un dono, nella speranza che fra questi ci fosse Gesù. Da allora, ogni anno, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio la tradizione si ripete; la vecchina volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa nelle case lasciando ai bambini buoni i dolciumi che non ha potuto donare a Gesù.