La Quaresima ricorda i 40 giorni di digiuno e tentazioni che Gesù patì nel deserto[1] ed è tempo di penitenza, di preghiera, di purificazione. Inizia con il mercoledì delle ceneri e termina con la celebrazione della Pasqua. In questo particolare momento dell’anno ogni cristiano è invitato a una rinnovata conversione attraverso la penitenza, le privazioni, i gesti di carità.
Il simbolismo del numero 40
Il 40 è un numero fortemente simbolico e ricorre tante volte nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento:
- 40 furono i giorni del diluvio universale
- 40 i giorni di permanenza di Mosè sul monte Sinai
- 40 anni il popolo d’Israele peregrinò nel deserto prima di giungere alla terra promessa
- 40 furoni i giorni che Dio concesse a Ninive per convertirsi
- 40 giorni Gesù digiunò nel deserto dopo il suo battesimo e prima di iniziare la sua missione pubblica sulla terra.
- 40 furono i giorni che Gesù trascorse sulla terra dopo la Sua resurrezione e prima di ascendere al cielo.
Il conteggio dei giorni
I 40 giorni si contano a partire dal primo giorno di Quaresima (mercoledì delle ceneri) e fino a Pasqua; ma se, calendario alla mano, contiamo i giorni che ci separano dalla Resurrezione del Signore scopriamo che i conti non tornato. Il motivo sta nel fatto che le domeniche non sono giorni di Quaresima: il periodo di penitenza s’interrompe (o è mitigato) perché la domenica è giorno del Signore in cui si celebra la sua Resurrezione.
Le tre pratiche penitenziali
Preghiera, elemosina e digiuno sono tre pratiche penitenziali che la Liturgia propone ad ogni cristiano per disporlo a celebrare meglio la Pasqua. La Quaresima deve diventare per ogni cristiano un «accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione e ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire» (Benedetto XVI – 2011).
Digiuno e astinenza dalle carni
La Quaresima è periodo di digiuno e di astinenza dalle carni. Questa pratica penitenziale risale all’Antico Testamento anche se si è maggiormente sviluppata con il monachesimo cristiano: una severa alimentazione aiutava a vincere anche le tentazioni e la concupiscenza della carne, favorendo l’ascesi e il dominio dello spirito sul corpo. Nel medioevo l'astensione dalla carne era accompagnata anche dall’astensione dai rapporti sessuali[2].
Il digiuno quaresimale va praticato nella giornata del mercoledì delle ceneri e del venerdì Santo, mentre tutti i venerdì fino alla Pasqua ci si astiene dal mangiare carne. È consigliato di osservare il digiuno e l'astinenza anche nel giorno di Sabato Santo fino alla Veglia Pasquale.
La regola del digiuno
Obbliga a fare un solo pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po' di cibo al mattino e alla sera, L'acqua e le medicine si possono assumere liberamente. Al digiuno, tranne in caso di malattia, sono tenuti i fedeli dai diciotto ai sessanta anni.
La regola dell'astinenza dalle carni
Proibisce il consumo di carne (rossa e bianca) tutti i venerdì di Quaresima. Sono da evitare anche cibi e bevande costose. È permesso il consumo di pesce (non costoso), latte e uova. All'astinenza dalla carne sono tenuti i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni e sono in buono stato di salute. Il digiuno non è solo astinenza dal cibo, ma anche privazione di tutto quello che ci impedisce di coltivare uno stile di vita più sobrio. A tal proposito la Chiesa consiglia anche altre forme di astensione come, per esempio, dal fumo, dagli alcolici, dal consumismo in genere.
Per saperne di più:
- Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza della CEI (4.10.1994)
- COSTITUZIONE APOSTOLICA Paenitemini di Sua Santità Paolo VI
L’elemosina
«Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell'astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il nome unico di “misericordia” abbraccia molte opere buone » (San Leone Magno).
Il digiuno quaresimale, da un punto di vista spirituale, ha poco senso se non viene accompagnato dalla preghiera e dall’elemosina. Ogni privazione dà i suoi frutti se non è finalizzata a se stessa ma se comporta gesti di generosità nei confronti dei poveri e dei bisognosi
La preghiera
La Quaresima è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant’Agostino diceva che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della preghiera» che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio. Egli affermava:
«In tal modo la nostra preghiera, fatta in umiltà e carità, nel digiuno e nell'elemosina, nella temperanza e nel perdono delle offese, dando cose buone e non restituendo quelle cattive, allontanandosi dal male e facendo il bene, cerca la pace e la consegue. Con le ali di queste virtù la nostra preghiera vola sicura e più facilmente viene portata fino al cielo, dove Cristo nostra pace ci ha preceduto».
E san Giovanni Crisostomo esortava:
«Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce della giustizia; orna le sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza».
Quaresima e Battesimo
Da sempre la Chiesa associa la Veglia pasquale alla celebrazione del Battesimo. Fin dalle origini del cristianesimo la Quaresima era il tempo privilegiato per un cammino di conversione che culminava con il Battesimo nel giorno di Pasqua. Nel corso dei secoli questo itinerario di rinnovamento spirituale è stato vissuto da tutti i fedeli, chiamati a conformare sempre più la propria esistenza a Cristo.
I paramenti liturgici
in Quaresima i paramenti liturgici del sacerdote sono viola, colore che sollecita a un sincero cammino di conversione. Durante le celebrazioni, inoltre, per tutto il periodo quaresimale, non si reciterà il “Gloria” e non si canterà “l’Alleluia”.
[1] «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame» (Mt 4, 2).
[2] Il digiuno è importante per tutte le religioni monoteiste: i musulmani celebrano il mese di Ramadan e gli ebrei il Kippur.