Cosa ci dice oggi la croce? Cosa può raccontarci dopo più di duemila anni? Sembra quasi un evento fuori moda.
Eppure Gesù, nella sua breve vita terrena, ci ha consegnato un grande messaggio di amore. La sua vita e la sua morte non possono e non devono lasciare indifferenti. Nella Sua vita egli ha sperimentato la persecuzione, l'abbandono, il dolore della flagellazione, la passione e la morte in croce. La crocifissione, oltre ad essere una morte lenta e dolorosa, era anche il mezzo più crudele esistente, inflitta solo agli schiavi e ai non romani. Gesù in terra non si fece sconti di alcun tipo; ultimo tra gli ultimi anche nella sofferenza e nella morte.
Ancora oggi Egli sale su quella croce per farsi fratello di chi è nella sofferenza; di chi non ha un lavoro e deve mantenere una famiglia; di chi è malato e viene abbandonato da tutti; sale sulla croce per chi è oppresso dall'arroganza dei potenti, dai vizi incontrollabili del gioco o della droga.
E poi c'è chi, invece, contribuisce anche oggi alla sua crocifissione. Sono tutti coloro che si dimenticano di Lui, che vivono come se Lui non fosse mai esistito. Sono coloro che vivono una fede sterile, pigra, non aperta alla condivisione. Sono coloro che abbandonano la loro identità religiosa per abbracciare altre religioni. Siamo noi quando chiudiamo gli occhi di fronte ai bisogni dei nostri fratelli e ci tappiamo le orecchie per non sentire il grido di chi implora il nostro aiuto.