I titoli attribuiti con la causa
È definito Servo di Dio «il fedele cattolico di cui è stata iniziata la causa di beatificazione e canonizzazione»[1]; è, quindi, un titolo che la Chiesa cattolica assegna ai fedeli che in vita hanno dato testimonianza di fedeltà a Dio morendo in odore di santità e per le quali è stato avviato un processo canonico di beatificazione. Per fama (o odore) di santità s’intende l’opinione, diffusa tra i fedeli, relativa alla purezza e all’integrità di vita e alle virtù eroiche praticate dal Servo di Dio. La fama di santità deve essere autentica, diffusa, spontanea e sempre crescente; essa è il risultato dell’azione dello Spirito Santo nei cuori del popolo di Dio.
Il termine Venerabile è attribuito al Servo di Dio dopo l’approvazione ufficiale, da parte del pontefice, del Decreto sull’eroicità delle sue virtù[2].
Il termine Beato è assegnato al Servo di Dio che è stato beatificato: il papa, dopo aver accertato un miracolo avvenuto per sua intercessione, lo proclama tale e ne autorizza la diffusione di culto[3]. È a Sisto iv (1471-1484) che si deve la distinzione del titolo di beato da quello di santo che veniva, invece, usato indifferentemente in epoca medievale.
Il titolo di Santo è concesso al beato dopo l’approvazione di un secondo miracolo a lui attribuito. I miracoli accettati consistono in complete guarigioni, scientificamente inspiegabili.