Suor Chiara esercitò in sommo grado le virtù cardinali della prudenza, della fortezza, della giustizia e della temperanza permettendo a esse di modellare e conformare tutta la sua vita.
Prudenza
Questa virtù fu esercitata da suor Chiara nelle sue diverse manifestazioni. Esercitò prudenza nel linguaggio e nell’uso della parola: «Non solo non parlava mai male di nessuno, ma non fu udita da alcuno una parola inutile uscire dalla sua bocca». Suor Chiara sviluppò anche la rara virtù del silenzio. Lei stessa scrisse che la vera santità consiste «nell’accettare le umiliazioni e nel portare con gioia e in silenzio la croce che Gesù ci manda»
Giustizia
Davanti a Dio suor Chiara attuò questa virtù offrendo se stessa e non dubitando mai nelle verità rivelate; il suo amore per Cristo fu sicuramente superiore a quello che nutrì per se stessa. Nelle relazioni con gli altri, secondo l’insegnamento di Gesù, considerò il suo unico figlio superstite, e l’ultimo uomo della terra, con la stessa importanza e la medesima dignità. Pregò sempre per tutti offrendosi a Dio in riparazione dei peccati e per la salvezza delle anime. A quanti cercavano conforto e aiuto nei tanti bisogni quotidiani, suor Chiara fu lo strumento per la guarigione del corpo e dello spirito e le persone che l’avvicinavano si sentivano come attratte e invogliate a vivere una vita più cristiana.
Temperanza
Anche questa virtù brillò in suor Chiara in modo eroico: mortificò il suo corpo rendendosi spesso indesiderata per la pochissima cura che concedeva alla sua persona; riuscì a dominare ogni tipo di passione senza mai una ribellione, una stanchezza, un cedimento.
La Serva di Dio limitò anche il cibo e il sonno alle pure funzioni fisiologiche non concedendo al proprio fisico più di quanto le fosse indispensabile per la sopravvivenza.
Fortezza
La virtù della fortezza s’identifica essenzialmente nella capacità di testimoniare la propria fede in ogni circostanza.
Così come i martiri donarono la propria vita per Dio durante le persecuzioni, allo stesso modo, suor Chiara non vacillò mai, nemmeno di fronte alle persecuzioni di quella parte di clero che, più volte, tentò di ferirla o allontanarla dai suoi propositi; questa piccola donna lottò fino alla fine, pur non raggiungendo l’obiettivo che lo stesso Gesù le aveva affidato: fondare un monastero a Siracusa.
Con fermezza di spirito, inoltre, seppe resistere alle azioni demoniache che, sempre, cercarono di opporsi alle virtù di questa Serva di Dio.