Suor Chiara Francesca di Gesù Agonizzante (Adelaide Di Mauro)

Altre guarigioni prodigiose

Guarigione da un male alla vescica

Negli ultimi mesi di vita suor Chiara pregò anche per la guarigione del can. Dato che, in una lunga lettera, raccontò:

«Date le mie atroci sofferenze causate da un mio incomodo alla vescica che non mi facevano per nulla riposare, fui costretto a ricorrere all’opera del dott. Vincenzo Messina. Entrato nel Sanatorio del detto dottore, dopo due mesi avevo ottenuto insignificanti miglioramenti. […] Soffrivo troppo e, non trovando allora altri aiuti mi ricordai della serva di Dio – Suor Chiara Di Mauro di Gesù Agonizzante – a cui con tutta fede, a mezzo di mia sorella, mi rivolsi, esortandola a pregare Iddio per la mia guarigione. Ella promise. Il giorno 12 luglio osservato dal medico, nessun miglioramento fu riscontrato al mio incomodo. Il giorno stesso nel pomeriggio venne a trovarmi nel sanatorio, il can. Sebastiano Uccello e, mostrando un gran contento, mi auspicava della mia guarigione. Grande fu allora la mia sorpresa e più per sentirmi in condizioni fisiche e morali migliori di prima. Venuto il medico, come di consueto, l’ho subito pregato di visitarmi, ciò però che il sanitario non credette affatto necessario, in quanto da poco mi aveva visitato. Mi rassegnai. L’indomani […] in seguito alla mia ostinazione si decise ad accontentarmi e quale fu la sua sorpresa allorquando dovette constatare che nessunissima traccia esisteva più del male e, giudicando il fatto un miracolo. Lo stesso giorno con stupore di tutti ritornai a casa guarito»[1].

La sig.ra Ortisi, riferendosi alla guarigione del can. Dato, scrisse:

«Mi raccontò lui stesso che mentre stava a letto durante la notte, aveva visto un’ombra vicino al letto e una mano che gli si era posata sopra, sentendosi immediatamente guarito»[2].

Guarigione alla mano

Il dott. Messina, che ebbe in cura il can Dato, fu testimone anche di un’altra guarigione avvenuta nello stesso giorno e nella stessa clinica; ne veniamo a conoscenza grazie ad una lettera indirizzata dalla sig.ra Mennone al padre di suor Chiara, che riportiamo di seguito:

«Caro Cancelliere Di Mauro ieri sera Suor Chiara ha fatto due miracoli in questo Sanatorio. Quando tu venisti a visitarmi, se ricordi, avevo la gamba gonfia, la febbre forte e il dottore era preoccupato, perché minacciava la flebite, malattia seccante, che porta febbri forti e si deve stare immobili a letto per molto tempo. Dietro il tuo consiglio pregai Suor Chiara la sera e ieri mattino con fervore. La sera la mia gamba sgonfiò, la febbre cessò e fino a stamane sto meglio. Ieri sera, mentre parlavo col dottore, venne la infermiera facendo gridi di giubilo che Suor Chiara le aveva fatto il miracolo. Aveva un dito teso da due anni che nessuna cura glielo aveva fatto piegare, ora apre e chiude la mano perfetta. Siamo impressionati e il Dottore farà pubblico il fatto. Ti saluto con tutti i tuoi»[3].

Il dott. Messina che, fino a quel momento, aveva esitato a svolgere una relazione sulla prodigiosa ripresa del can. Dato dopo aver avuto certezza dell’intercessione di suor Chiara in altre guarigioni straordinarie, concluse così il suo rapporto:

«[…] Il giorno 7 corrente mese [Novembre] la Greco trovavasi ad assistere la inferma signora Agatina vedova Mennone degente in clinica e, avendo recitato il S. Rosario, come è sua devozione, fece questa invocazione: Suor Chiara se sei veramente santa, fammi articolare il mio dito! E recitò un Pater e un’Ave. Finita l’ultima parola, dell’Ave Maria, con sua grande esultanza e commozione profonda, si accorse che fletteva ed estendeva il dito, dianzi anchilosato, con la più grande felicità e senza alcun fastidio. La povera Greco, alla mia presenza, e di quanti erano in clinica, piangendo per l’immensa commozione, gridando al miracolo e benedicendo Suor Chiara, stringeva ancora in pugno il Santo Rosario. Ho così potuto constatare personalmente il ripristino della funzione di una articolazione, ritenuta anchilosata da tre anni. Dopo tale prodigio, avvenuto sotto i miei occhi, ho sentito il dovere di non dubitare oltre e ho subito deciso di rilasciare il presente attestato, per amore della verità e il trionfo della religiosa»[4].

 


[1] Dichiarazione del can. Gesualdo Dato, agosto 1932, in ASDS, Fondo Canonizzazione Di Mauro, vol. 2, f. 217-218.

[2] Dichiarazione di Salvatrice Ortisi, in ASDS, Fondo Canonizzazione Di Mauro, vol. 1, f. 47.

[3] Lettera di Agatina Mennone al Cancelliere Di Mauro, 10 novembre 1933, in ASDS, Fondo Canonizzazione Di Mauro, vol. 2, f. 235v.

[4] Relazione medica del dott. Vincenzo Messina, 10 novembre 1933, in ASDS, Fondo Canonizzazione Di Mauro, vol. 2, ff. 230-231.

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