Questo sito intende riportare alla luce la storia di suor Chiara Di Mauro, una mistica siracusana vissuta agli inizi del ‘900 e morta in odore di santità. Il processo di beatificazione, aperto nei suoi confronti il 16 luglio 1983, si arenò inspiegabilmente nel 1997 quando era giunto ormai nella sua fase conclusiva; addirittura il corpo della stimmatizzata era stato traslato nella chiesa dei Frati Cappuccini di Siracusa proprio per agevolarne il culto. Forse suor Chiara non possedeva più quei requisiti che avevano permesso l’apertura della causa di beatificazione? O i motivi sono stati altri? Sarà il lettore a trarne la personale conclusione.
Quanto verrà raccontato potrebbe suscitare diffidenza o scetticismo proprio per la straordinarietà degli eventi citati. Eppure la vita di suor Chiara di Mauro, nella grandezza degli avvenimenti a lei riconducibile, è soprattutto la storia di una donna siracusana che si fece docile strumento nelle mani di Dio e che da Lui ottenne doni eccezionali. Tutta la sua esistenza, può essere considerata un’opera d’arte divina ma, come a volte per contemplare la bellezza di un dipinto occorre allontanarsene e osservarlo da una certa distanza, allo stesso modo, nelle vicende della mistica siracusana, non basterà solo soffermarsi sui carismi soprannaturali o sulle guarigioni sorprendenti avvenute per sua intercessione; scopriremo che suor Chiara è anche quello, ma non solo.
Il racconto è un fedele riflesso di quanto emerge dalle numerose testimonianze raccolte dal cappuccino p. Samuele Cultrera, tra il 1952 e il 1954, e conservate presso l’archivio storico della provincia dei Frati Minori Cappuccini di Siracusa. Lo scopo del frate era dar conto della santità di suor Chiara e radunare quante più prove utili ad avviare un processo di beatificazione nei suoi confronti.
Adelaide (questo era il suo nome di battesimo) ha conosciuto l’esperienza dell’essere moglie e madre; rimasta vedova la sua esistenza si concretizza e si perfeziona nel divenire sposa di Cristo. Ella ha fatto di sé un dono a Gesù e al prossimo e, nelle gioie e nei patimenti di ogni giorno, ha saputo offrire la propria vita con misericordia.
Suor Chiara in vita – ma anche dopo morta – non ricevette unanimità di consensi; le opinioni su di lei si divisero fra quanti la considerarono un’autentica espressione di santità e quanti la reputarono una visionaria; così, ancor oggi, non cessa di essere una testimonianza difficile da comprendere agli occhi del secolo; lo dimostrano le avversità della sua vita, la lunga attesa per la causa di beatificazione, poi l’apertura del processo di canonizazione, dopo più di cinquant'anni dalla sua morte e, oggi, se ne attende ancora la sua definizione.
Rimane viva la speranza che un rinnovato interesse possa indurre il Tribunale ecclesiastico ad una sollecita ripresa dei lavori.