La figura di questa suora dei primi anni del Novecento evidenzia le caratteristiche di una donna fuori dal comune, animata e sostenuta da una fede incrollabile: neppure per un istante le diverse traversie hanno fatto recedere i suoi propositi o vacillare la sua fede, neanche di fronte alle ostilità di parte del clero.
P. Cultrera, il frate cappuccino che, dopo la morte di suor Chiara s’impegnò nella ricerca e nel recupero di testimonianze materiali sulla suora, ci permette di toccare con mano questa grande spiritualità:
I suoi crocifissiP. Samuele Cultrera scrive: «quando non aveva da fare, si occupava a fabbricare delle piccole croci, che volentieri distribuiva ed altamente raccomandava». |
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Le bendeLe bende che le fasciavano le mani stigmatizzate e presentano ancora le tracce di sangue |
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Il cilicio«Il cilicio era stato lavorato da lei stessa ad uncinetto con spago grosso e ruvido e con dei chiodi a uncinetto. Nella parte superiore i chiodi formavano una forma di croce». |
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La cuffia con sangue«Fu allora, che alzando gli occhi al cielo, vidi una luce, ed in mezzo ad essa m’apparve Suor Chiara. Fu un attimo, ed in quell’istante mi sentii sussurrare alla mente: “metti a tua figlia la mia cuffia macchiata di sangue”[…] Il miglioramento fu istantaneo.[…] Nel giro di pochi giorni si rimise del tutto, con grande stupore degli stessi medici curanti». |
Questi oggetti sono solo alcune delle testimonianze materiali che ci danno l’esatta dimensione della personalità di suor Chiara, una donna che ha attraversato con grande semplicità tutte le diverse fasi della sua vita; una vita segnata dalla sofferenza, ma sempre vissuta con gioia serafica.